Ma quindi? Sti Anelli del Potere?!
Il resoconto dopo la fine della seconda stagione de Gli Anelli del Potere: speranze, dubbi, perplessità e ancora dubbi
Si, lo so. Molti di voi preferirebbero leggere un post chilometrico sulle tecniche di pedicure per Hobbit piuttosto che sentir parlare ancora de Gli Anelli del Potere. Ma è nostro dovere di scienziati (?) essere al passo con i tempi e la fine della seconda stagione della serie mi impone di scriverci qualcosa. No sul serio, ho un pugnale alla gola. Mandate aiuto!
Fate però un respiro di sollievo voi che non avete armi bianche puntate addosso, in questo post non parlerò di ogni singolo episodio, ma dell’andazzo generale di questa seconda stagione e di cosa sta portando nel grande scenario di media tolkeniani.
Inutile ribadirlo, ma lo faccio perché se no sfracassate i maroni, quello che andrete a leggere è solo il mio modestissimo parere, non di esperto del cinema, di regia o di sceneggiatura ma di semplice fruitore. Pertanto il dibattito è come sempre ben accetto! Ovviamente, occhio agli spoiler!
Dalla prima stagione…
Non è un segreto che la prima stagione de Gli Anelli del Potere ̷m̷i̷ ̷a̷b̷b̷i̷a̷ ̷f̷a̷t̷t̷o̷ ̷c̷a̷g̷a̷r̷e̷ non mi sia particolarmente piaciuta. Complice una certa discrepanza temporale con la storia della Terra di Mezzo e una profondità di dialoghi da fare invidia a “The Lady” di Lory del Santo, le aspettative del sottoscritto sono state più che disattese.
Ma come ho sempre detto, nonostante tutto, non c’è persona al mondo che più di me desideri che questa serie vada bene e migliori ed effettivamente un miglioramento c’è stato. Non un grande miglioramento eh, un piccolo miglioramento, un miglioramento alto quanto Pipino e furbo uguale, ma c’è stato.
Tentativo numero 2
Ma eccoci al secondo capitolo della serie TV più discussa degli ultimi anni. Ci siamo! Sauron si è rivelato, gli anelli sono stati creati, succederanno grandi cose! Ah no, non nelle prime 3 puntate…ok, ma nella puntata 4, ah no…niente nemmeno qui?…la 5?
Insomma, anche in questa stagione “Le pedine sono in posizione sulla scacchiera” per circa 6-7 ore di serie TV e dobbiamo aspettare la settima puntata prima di vedere effettivamente qualcosa. Questo ci porta a quello che secondo me è il più grande problema di questa serie: la gestione dei tempi. Il numero di personaggi relativamente utili è eccessivamente alto e così le loro trame e sottotrame che inevitabilmente hanno bisogno di spazio. Questo viene tolto a storie molto più interessanti, avvincenti e che sono effettivamente avvenute…
Ed è così che a un’intrigante illusione mentale di Annatar/Sauron fatta a Celebrimbor/rincoglionito, si affianca una piattissima vicenda sacrificale Nùmenoriana che non si capisce bene dove vuole andare a parare. Un ritmo inevitabilmente spezzato che, per forza di cose, lascia indietro per puntate e puntate personaggi anche relativamente importanti. Ed è così che per un bel po’ non vediamo più gli Hobbit che appaiono dopo X puntate, ma così facendo hanno tolto spazio ai nani che appaiono dopo Y puntate e… dove eravamo arrivati con Nùmenor? Un loop infinito che non riesce a stare al passo con le diverse storie. Un vero peccato!
“È la bacchetta a scegliere il mago, signor Gandalf Potter di Narnia”
Il titolo di questo paragrafo ci porta al secondo grande problema della serie che purtroppo non è migliorato in questa stagione: i dialoghi. Sebbene ci sia stato un miglioramento dalla stagione precedente (e vorrei vedere), l’epicità della Terra di Mezzo e dei suoi personaggi traspare solo quando la loro rappresentazione in questa serie non parla.
Salvo particolari casi che ho apprezzato molto, la maggior parte dei dialoghi mi hanno dato una sensazione di piattezza generale davvero triste. Tra risposte super ovvie, un abuso del termine “PERIGLIO” e una parolina desueta messa qua e là per far vedere alla tua compagna di terza media che sai parlare bene, lo scenario generale è piuttosto vacuo (visto che parolona?!).
“A noi ci piacciono i pippi!”
Quello che non mi aspettavo dalla seconda stagione è stato però il semi-totale disinteresse nei confronti dei feedback degli appassionati. All’inizio della serie sembrava infatti che “Quelli di Prime” avessero ascoltato le parole della community che in due anni dalla prima stagione, ha avuto molto da dire. Le prime puntate risultano infatti più snelle e con un buon ritmo, l’ossessiva presenza di Galadriel è stata fortunatamente ridotta e più respiro è stato dato a quei personaggi che avevano qualcosa da raccontare. Stiamo guardando te, madre di Theo di cui non ci ricordiamo neanche il nome morta in modalità sconosciute.
Tuttavia intorno alla quarta puntata capiamo che le cose non sono poi cambiate così tante. Ed ecco un Tom Bombadil utile come un frigorifero al Polo Nord, ecco gli Ent apparire per 3,5 minuti in 8 ore di serie o un’Aquila, arrivata solo per essere fraintesa. Una serie di scelte che ci fanno capire che la priorità di Prime Video non è quella di offrirci un buon prodotto, ma un prodotto che venga visto, che sono due cose ben diverse. Non è un segreto infatti che anche quest’anno, Gli Anelli del Potere sia la serie più vista di tutto Prime Video con ben 40 milioni di spettatori in tutto il mondo. Ma è anche vero che gli spettatori della prima stagione ammontavano a ben 150 milioni. Non fraintendetemi, sono comunque numeri straordinari, ma che fanno riflettere.
Focalizzarsi sulle view e non sul prodotto nella sua interezza è una scelta degli sviluppatori che, a livello di marketing, ha molto senso. Produzione e investitori (Leggete SOLDI) si muovono quasi esclusivamente sul numero di spettatori e per una piattaforma come Prime Video, gli spettatori sono tutto, purtroppo.
Ma aspè…non era migliorata?
Intanto piano con i toni. Si, lo so che l’ho scritto io, ma so che lo avete pensato.
Dopo tutta sta pantomima, Gli Anelli del Potere è migliorata?
Si e tanto anche. Nonostante i difetti sopracitati la stagione 2 de Gli Anelli del Potere ha fatto un grande passo avanti sia in termini di costruzione delle scene, di dialoghi ma soprattutto di performance da parte del cast. Complice una padronanza più sicura dei rispettivi personaggi, praticamente ogni membro del cast ha fatto un lavoro eccezionale. Tra le mie nomination personali, salgono sul podio Charlie Vickers nei panni di Sauron, Sophia Nomvete che interpreta Disa e Owain Arthur che interpreta Durin IV. Una migliore interpretazione degli attori (per lo meno nella versione in inglese) riesce QUASI a farci dimenticare delle grandi stonature di trama e di rappresentazione, il che è un qualcosa di tremendamente positivo.
Con la scomparsa di Celebrimbor, della madre di Theo di cui nessuno si ricorda già più (volevo insistere su questo punto), del povero Adar e l’unione della storia di Arondir con quella più sensata dell’Eregion, il futuro sembra più roseo per Gli Anelli del Potere. Meno filoni narrativi significa meno interruzioni dei tempi che potrebbero restituire una narrazione più sensata e scorrevole. Ma di questo potrà darci conferma solo la terza stagione che, nonostante tutto, non vedo l’ora di guardare!
Voi che dite?
D’accordo anch’io che sia un po’ migliorata rispetto la prima stagione, sopratutto dal punto di vista delle interpretazioni degli attori. Però ancora molto lontana dalla sufficienza secondo me.
È vero del miglioramento, ma soprattutto sono d'accordo che serve accantonare trame inutili all'obbiettivo della storia. Sono palesi alcune scelte come inserire gli Ent e Tom per metterle lì solo per "dare di più" quando invece hanno l'effetto contrario, idem cercare di empatizzare con gli orchi. Alcune sembrano scelte "necessarie" per il linguaggio da serie TV. La cosa che per me stona più del tempo altalenante è che manca di sacralità, soprattutto nella razza degli elfi. Sembrano troppo umanizzati, dall'alto Re mi aspettavo di più.